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  Many described her as a force of nature likening her
to a fiery volcano or a wild panther;
She was described as an earth-mother, a passionate diva, and an Oscar winner;
She was called La Belva, Nannarella, La Lupa, Mamma Roma, and La Magnani;
For Italians she was a symbol of the new Italy;
For Americans she was an exotic foreigner;
To her audiences she was an icon;
And to many writers she was a muse.
She was many things to many people.
But tonight…  She is just Anna.
 

My journey with Anna Magnani began back in college when I wrote a thesis paper on Tennessee Williams and his highly productive time in Italy.  In 1989 I wrote a critical analysis thesis paper on the Williams works that were inspired by and written during that 20 year period in which he spent a great deal of time each year in Italy.  I soon discovered that Anna Magnani was not just the inspiration for “The Rose Tattoo” but indeed she was the force of nature whose passionate persona inspired the female leads in “Orpheus Descending”, “Sweet Bird of Youth”, “Night of the Iguana” and “The Milk Train Doesn’t Stop Here Anymore.”  This was biographical terrain no one had explored before in the world of Williams or Magnani.  For the Italians Magnani is an adored icon associated with the birth of a new Italy –their beloved Nannarella.  For millions of Americans Magnani was (and still is) a symbol that transcended movie stardom; her realness, her rawness, her passion, her intelligence, her toughness all came to represent the Italian immigrant struggle in America.  Finally, her presence, yes, her mere presence; dark, sultry, curvaceous, passionate, strong was a revelation to all.  In the cinema world of the 1950s which was populated with Davis, Grable, Crawford, Kelly, Turner, Hepburn, Monroe, and Taylor, suddenly, and in stark contrast, on the American screens there was Magnani!  For the Americans it was an exotic breath of fresh air, for America’s Italian immigrants there was something familiar, something to connect to… a piece of Italia.  I began to look at this woman through a lens far more exciting than simply “actress” –I began to see her as a social and artistic phenomenon.  My play “Roman Nights” premiered in New York in the fall of 2002 where it enjoyed three months of critical and commercial success and since then it has been translated into six languages and performed in seven countries.  Yet, in 2011, I felt I was still not finished with Anna, I began to create a one-woman play.  Tonight you will see many different pieces of La Magnani, pieces I hope will coalesce and leave you with a provocative portrait in mosaic of the woman and the artist; a portrait I hope will do its part to keep the legacy of this great Italian artist alive. 
 
-Franco D’Alessandro
New York  2012


Molti l’hanno descritta come una forza della natura paragonandola
a un vulcano in eruzione o a una selvaggia pantera;

Hanno parlato di lei in quanto Madre, diva appassionata e vincitrice del Premio Oscar;
E’ stata chiamata La Belva, Nannarella, La Lupa, Mamma Roma e La Magnani;
Per gli Italiani è stata il simbolo della “nuova Italia”;
Per gli Americani è stata un’esotica straniera;
Per il suo pubblico è stata  un’icona;
E di molti scrittori è stata la musa.
È stata molte cose per molte persone.
Ma stasera… lei è solo Anna.

 

Il mio viaggio con Anna Magnani è iniziato al college quando scrissi una tesina riguardo Tennessee Williams e i suo vasto periodo di produzione in Italia. Nel 1989 scrissi un articolo di analisi critica incentrata su le opere di Williams nate e scritte durante quel periodo ventennale in cui trascorse gran parte del suo tempo in Italia. Scoprii subito che Anna Magnani non era stata solo un’ispirazione per “La Rosa Tatuata” ma che, invece, era una vera forza della natura la cui profonda passionalità ispirò le protagoniste di “La discesa di Orfeo”, “La dolce ala della giovinezza”, “La notte dell’Iguana”, e “Il treno del latte non ferma più qui”. Questo era un territorio biografico che nessuno aveva mai esplorato prima, sia per ciò che riguarda Williams che la Magnani. Per gli Italiani la Magnani è un’amata icona associata alla nascita di una nuova Italia – la loro adorata  Nannarella. Per milioni di Americani la Magnani è stata (e lo è ancora) un simbolo che andava oltre la celebrità; la sua genuinità, la sua naturalezza, la sua passione, la sua intelligenza, la sua forza tutto questo si ritrova nella rappresentazione della lotta degli emigrati Italiani in America. Infine, la sua presenza, sì, la sua sola presenza; scura, sensuale, formosa, passionale, forte fu una rivelazione per tutti. Il mondo degli anni Cinquanta era popolato dalle famosissime Davis, Grable, Crawford, Kelly, Turner, Hepburn, Monroe e Taylor, poi, improvvisamente,  in netto contrasto, sugli schermi americani apparve Anna Magnani! Per gli Americani fu un esotico respiro di aria fresca, per gli Italiani emigrati in America era qualcosa di familiare, era un po’ come essere… di nuovo a casa.  Iniziai a guardare questa donna attraverso una lente d’ingrandimento considerandola, con grande emozione, molto di più di una semplice “attrice” – iniziai a vederla come un fenomeno sociale e artistico. Così, la mia commedia “Roman Nights – Notti Romane”, ha debuttato a New York nell’autunno del 2002 dove ha ottenuto tre mesi grande successo di pubblico e di critica e da allora è stato tradotto in sei lingue e portato sulle scene in sette Paesi. Eppure, nel 2011, ho sentito di non aver ancora concluso con Anna… e con l’incoraggiamento dei miei cari colleghi, la regista Eva Minemar e l’attrice Lidia Vitale, ho iniziato a creare una commedia completamente incentrata su questa figura femminile.  Stasera vedrete molte differenti parti de La Magnani che spero si fonderanno e vi lasceranno un provocatorio ritratto in mosaico della donna e dell’artista. Ciò che spero è che questo ritratto serva a mantenere viva l’eredità di questa grande attrice ed artista italiana.
 
- Franco D’Alessandro
New York, 2012


 

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